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Appello al Presidente Mattarella per difendere salute ed ambiente

Invitiamo a sottoscrivere l’appello promosso dalla Dott.ssa Patrizia Gentilini e dal Dott. Agostino Di Ciaula al link https://www.change.org/p/presidente-della-repubblica-appello-al-presidente-mattarella-per-difendere-salute-ed-ambiente?recruiter=38447824&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink

 

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Autismo e qualità dell’aria: i dati allarmanti caduti nel vuoto

Si è celebrata il 2 aprile, anche nel nostro paese, la giornata mondiale sull’autismo, patologia in costante crescita in tutto il mondo e che negli Stati Uniti colpisce ormai un bambino su 68. Sono stati liberati palloncini blu, di blu sono stati illuminati monumenti, si sono fatti discorsi e cerimonie, ma in realtà cosa sappiamo di questa patologia fino a pochi decenni fa indubbiamente molto più rara?

In realtà più che di autismo è corretto parlare di “disturbi dello spettro autistico” (Asd), intendendo in questo modo indicare che in ciascuna persona il quadro clinico si presenta in forme di diversa gravità. I disturbi dello spettro autistico originano da una compromissione dello sviluppo che coinvolge le capacità di comunicazione e di socializzazione; la disabilità compare in età infantile ma accompagna il soggetto per tutta la durata della vita: si tratta quindi di problematiche anche fortemente invalidanti non solo sul piano personale, ma anche familiare e sociale. Per anni gli Ads sono stati erroneamente considerati un disturbo dovuto a inadeguate relazioni nell’ambiente familiare e si sono in questo modo colpevolizzati inutilmente i genitori. Attualmente la posizione scientifica condivisa a livello internazionale considera la patologia una sindrome comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo del cervello (alterazioni della struttura e delle funzioni nervose) e della mente (alterazioni dello sviluppo psico-cognitivo ed emozionale) con esordio nei primi tre anni di vita, che ha origine molto verosimilmente già durante la vita fetale. Continua a leggere

PUBBLICATO IL POSITION PAPER DI ISDE ITALIA SULLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

L’Associazione dei Medici per l’Ambiente – ISDE Italia ha rilasciato le Linee Guida elaborate sullo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU).

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Coerentemente con quanto stabilito dall’UE e recepito, almeno formalmente, dal nostro Paese, viene riproposta la gerarchia dello smaltimento dei RSU: prevenzione; preparazione per il riutilizzo; riciclaggio; recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; smaltimento.
Il Position-Paper-RIFIUTI SOLIDI URBANI (scaricabile cliccando sulla scritta precedente) affronta in particolare il problema dell’incenerimento dei rifiuti – con le relative implicazioni energetiche ed economiche – che, ad onta delle indicazioni europee, viene invece sempre più incentivato dalle nuove norme italiane in materia. A tal proposito, con il supporto della letteratura scientifica internazionale, ISDE Italia giudica questa pratica, non soltanto antieconomica, ma anche assai pericolosa per la salute dei cittadini.
Ugualmente esplicitate le perplessità dell’Associazione sul conferimento in discarica dei materiali post-consumo, fonte di spreco di risorse e segnale evidente dell’incapacità di tante Amministrazioni pubbliche ad affrontare adeguatamente il problema.
ISDE auspica che i Decisori politici, e gli Amministratori in genere, possano assumere adeguate conoscenze e competenze che porti ad un inquadramento normativo per lo smaltimento dei RSU realmente in sintonia con gli interessi sociali, economici e sanitari delle Comunità.

Position paper: inquinamento urbano e patologie cardiovascolari

Gli ambienti urbani, così come si sono sviluppati, sono oggi caratterizzati dal sovraccarico edilizio, dalla mancanza di spazi verdi fruibili, dal rumore, dall’inquinamento atmosferico e visivo, dall’affollamento, e, nel periodo estivo, dall’eccessivo riscaldamento.

Queste situazioni sono sfavorevoli a condurre una vita in condizioni di benessere e sono invece favorevoli all’insorgenza di numerosi disturbi e patologie tra cui si evidenziano quelli psichici e in particolare la reazione di stress. Lo stress è una condizione fisiologica di adattamento dell’organismo agli stimoli posti dall’ambiente fisico e sociale, che può assumere connotazioni patologiche se prolungato nel tempo. E’ inoltre largamente documentato che gli svantaggi ambientali gravano sui membri più poveri della società e agiscono maggiormente nelle aree geografiche più deprivate. Più è svantaggiata una comunità, più è probabile chemanchino spazi aperti di buona qualità, percorsi facili pedonali e ciclabili, servizi accessibili e alloggi piacevoli e accoglienti.

Un’ampia letteratura scientifica prodotta negli ultimi due decenni mostra il nesso tra inquinamento atmosferico e danni alla salute con effetti acuti e cronici a carico del sistema cardiovascolare e respiratorio. In particolare è dimostrata una correlazione tra esposizione a inquinamento atmosferico ed effetti acuti, come mortalità giornaliera, ricoveri e accertamenti al pronto soccorso, visite ambulatoriali e consumo di farmaci per problemi cardiovascolari e respiratori. La relazione tra inquinamento atmosferico ed eventi avversi cardiovascolari è nota e studiata da tempo. Molti studi hanno evidenziato la relazione con lamortalità cardiovascolare. Una metanalisi effettuata nel 2009 dall’Health Effect Institute ha concluso che esiste una evidenza sufficiente dell’associazione causale tra inquinamento atmosferico e incremento della mortalità cardiovascolare.1 Una recente metanalisi pubblicata su JAMA2 ha mostrato che l’incremento della concentrazioni di molti inquinanti nell’aria comporta un aumento significativo del rischio di infarto miocardico acuto (ad esempio, l’aumento di 10 μg/m3 di PM2,5 comporta un incremento del 2,5% di rischio di infarto miocardico acuto e quello di 1 mg/m3 di CO comporta un incremento del 4,8% di rischio di infarto miocardico acuto).

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La gestione dei rifiuti urbani: ecomafia?

Perchè nel piano ambientale per l’inceneritore di Padova le analisi di laboratorio non devono essere necessariamente accreditate? Le analisi di controllo per le associazioni in tribunale devono esserlo. Ci sono metodi certi su quello che viene bruciato o si controlla solo la presenza di materiale radioattivo? Il controllore è sensato sia anche il controllato?
Aspettiamo la convocazione delle istituzioni per discuterne assieme.

Documento definitivo su Clinker e ceneri da incenerimento

DOCUMENTO COMPLETO:Clinker-Reach

548b3a0459933Con la presente si chiede a codesti spettabili Autorità, Enti e Organi di controllo, per quanto di specifica competenza, di valutare quanto segue. Risulta che, da parecchi anni, alcune aziende produttrici di cemento (“cementerie/cementifici”), presenti sul territorio di competenza dei destinatari di questa comunicazione, utilizzino per la produzione di clinker significative quantità di rifiuti e, in particolare, scorie da acciaieria (CER 100102 e 102020) e scorie pesanti da inceneritori (CER 190112), in parziale sostituzione di materie prime naturali e con apporti e proporzioni diversificati a seconda dell’impianto. Le scorie che residuano dai processi di incenerimento dei rifiuti solidi urbani verrebbero, dunque, sottoposte presso i cementifici a una operazione classificata di recupero (attività R5) nell’ambito della formulazione della farina cruda e, quindi, previa cottura, destinate alla produzione di clinker,
successivamente utilizzato per la fabbricazione di cementi comuni e di altri prodotti per l’edilizia 1 . Continua a leggere